martedì 30 novembre 2010

La Divina Commedia all'Italiana

In tutti i film di Monicelli, uno per tutti Amici miei, c'è un senso di morte e allegria, di amicizia e asocialità, di profondo risentimento verso le regole. La sua commedia all'italiana è quella che più si è avvicinata alla Divina Commedia all'Italiana.
Non c'è nulla nella sua scrittura filmica che rassicuri e ci dia la pace a cominciare dal suo esordio insieme a Steno in Guardie e ladri, il primo di quei discorsi sulla morale della divisa, dove il ruolo assegnato all'individuo dall'esistenza (guardia/ladro, cavaliere di crociata, fante in trincea, compagno rosso, genio della rapina, piccolo borghese, parente serpente, marchese romano...) è sviluppato con il distacco che la coscienza di sè deve avere nei confronti di quelle che si deve essere perchè si porta indosso la divisa che serve per essere accettati e riconosciuti.
Se poi tutto è necessariamente diverso ha poca importanza, solo la ricollocazione in un'altra nascita metterà per sempre le cose a posto.

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