venerdì 28 gennaio 2011

Perchè gli italiano sono un popolo che ama Platinette, Carolina Invernizio e Silvio Berlusconi.

In una discussione nella frizzante bacheca Facebook di Eva Clesis ieri ho scritto che mi sarebbe piaciuto scrivere un saggio intitolato:
"Perchè gli italiano sono un popolo che ama Platinette, Carolina Invernizio e Silvio Berlusconi"

Ma ignoravo assolutamente il perchè.


Stamattina in una discussione nella bacheca Facebook di Enrico Remmert ho scritto:

"Tutto è cominciato dall'abolizione del mercoledì di coppe: gli italiani hanno bisogno di liturgie, di messe in onda e di paura nella zona cesarini."

Nel senso che ci fu un tempo in cui eravamo, coscienti o meno, un unico branco molto allargato i cui individui e sottobranchi periferici avevano la sensazione di essere distanti dalla testa della mandria, sgomitavano per recuperare spazi e posizioni gerarchiche, ma in qualche modo si sentivano parte di una stessa unica aggregazione.

Perfchè era la liturgia che vibrava dalla testa alla coda facendo sì che questo avvenisse, uno di questi era il mercoledì di coppe che univa l'Italia intera nel panico degli ultimi minuti di partita quella che avrebbero decretato se la squadra che in quel momento rappresentava il branco, avrebbe preso o meno il pezzo di carne e lo avrebbe spartito con tutti noi.

La zona cesarini, la zona dei miracoli italiani, del colpo inspiegabile, di reni, ha educato gli italiani all'attesa ed alla speranza indistruttibile.


La vicenda che tanto appassiona l'Italia da 15 anni è stata letta in modi innumerevoli ma penso che manchi il punto di vista etologico e psicobiologico.

Ora è giunto il momento di leggere l'Italia come un guerra tra branchi.

Quelli che si identificano in Platinette, Vendola, Saviano, i camaleonti, gli animali senza artigli che hanno nella mimesi e nei colori variopinti le armi per procacciarsi cibo e DNA.

Quelli che odiano Berlusconi perchè vedono in lui il capobranco che toglie loro risorse

L'etologia è la scienza che studia i comportamenti animali nelle relazioni sociali e interpersonali.

Noi siamo indubbiamente. prima che esseri superiori. identificabili come succedaneo agli Angeli, animali rozzi e finanche puzzolenti

Immagino che l'odio-invidia derivi etologicamente dalla competizione per accapparrarsi i pezzi di cibo per sopravvivere e quindi l'invidia sia quello che prova l'elemento sconfitto che vive l'esperienza della fame e della paura della morte.

Si proietta poi nella competizione sessuale, ecc.

Per questo non ci lasciano mai indifferenti le storie legate al sesso ed alla proprietà, perchè chi ha conquistato cibo e geni ha compiuto il suo dovere verso la vita ma il suo successo rischia di sterminare gli altri geni.

Il familismo in Italia è etologicamente parlando un branco.

Chi è legato al capobranco, che procura cibo e sesso, farà di tutto per mantenerlo efficiente e in salute.

Solo se intravvede un nuovo capo che faccia altrettanto lo lascerà morire in coda al branco, cinicamente dimenticato.

Gli altri i branchi perdenti si aggirano attorno al territorio fertile presidiato, lanciando le loro urla, un po' di odio-invidia, un po' per creare sconcerto nella periferia avversaria e far allontanare spaventati gli alcuni, meno partecipi dei pasti proncipali.

Sono loro quelli che leggono Carolina Invernizio, quelli che stanno fuori dalla liturgia, che si nutrono solo degi odori che provengono da lontano, coperti dal puzzo degli escrementi, assolutamente infedeli, non originali, mitizzati.

Ma pur sempre invidiati, diventati riti alieni di un'altra liturgia incomprensibile e mediata dal racconto di chi si usa la parola 'postribolo' perchè pensa che quell'altro branco usi dei 'versi diversi' dai suoi.