domenica 10 gennaio 2010

Diventare uomini seri, fare cose, vedere gente

'A serious man' è un film per chi non ha fretta, per chi può permettersi quel lusso raffinato di alambiccarsi il cervello nel cercare di sciogliere il loro solito intreccio di personaggi, subplot, dialoghi, spesso fuorvianti che, non raramente, risolvono loro film precedenti.
'A serious man' è un film tutto ebraico di quelli per cui io vado in brodo di giuggiole.
Il tema del film è il ricevere ed il restituire.
Che cosa? Le domande.Che la vita ci pone e per le quali inutilmente cerchiamo con affanno di avere risposte.Cerchiamo chi ci pone domande e chi da risposte.
Ogni volta che un evento, una persona, un incontro ci pone una di esse, noi restiamo sconvolti e turbati, incapaci di dare la risposta, non dico quella giusta, ma una qualsiasi, per far capire che almeno la si ha intesa.
E restiamo interdetti dalla nostra totale incapacità di risposta.
Ci sforziamo per blandire gli Dei, la Scienza, la Fortuna, il Tempo.Per provare almeno a non far finta di niente.
Ma le domande sono sempre lì che si accumulano di anno in anno, inevase, impolverite, su cui almeno si vorrebbe porre il timbro DIMENTICATA.
Non è così, ogni volta che sembriamo arrivare alla meta, succede qualcosa che ci frustra.

Ogni persona che incontriamo è una domanda aperta, implacabile.
Molti fanno gli indifferenti e sfuggono, tante volte anzi quasi sempre sono maschi.
Sono coloro che neppure ci provano.Hanno cose e impegni più grandi.Devono affrontare le guerre, guadagnarsi il pane, costruire città e Imperi, dividersi le dosi di coca e molto spesso la donna di un'altro di loro.
Non ci provano a dare risposte ma non ci provano neppure ad ascoltarle.Ne fuggono atterriti, i maschi non sanno ascoltare, le donne lo dicono sempre.
I maschi non sanno ascoltare le loro domande perchè hanno un dono divino.Sanno che non vi sono risposte.
Come cani randagi, portano un qualcosa tutt'altro penzolante dai denti.Ricchezza, fastidio, passione, tenacia, violenza, amore, certo... portano tonnellate di amore che depongono ai loro piedi scodinzolando felici e sicuri di aver dato la risposta ESATTA.
Invece non sono le risposte che servono, che salvano, che contano.
La scen aè la stessa: la coda festante e la bava che scende, le orecchie ritte per ricevere un consenso ed il loro cuore tonfa, deluse, non è così...

L'ebraica è una religione asessuata.
E'la storia della guerra tra i sessi per una supremazia tribale.
Ma tra i due si è frapposto un terzo che ha posto domande a raffica, era Dio e c'era poco da scherzare.
Dio è il campione mondiale delle domande,. spesso celano trabocchetti, anzi ogni domanda è un precipizio ed in fondo al precipizio c'è l'inferno.
La presenza di Dio ha messo fine alla guerra scatenandone un'altra.
Tra le domande e l'uomo
La filosofia è l'enorme catalogo che le ha archiviate promettendo di prenderle in considerazione prima o poi.
Poichè temporeggiava troppo il Mondo s'è inventata la Scienza che ha dato tante risposte errate o meglio inutili.
Oggi stiamo provando con una disciplina con cui non avevamo mai tentato prima, la Religione.
Ma dare risposte con una disciplina che rimanda tutto ad un altra vita è molto deludente.
Ci sarebbe l'Arte se soltanto qualcuno sapesse cosa fosse.
Se l'arte fosse tutto quello che è inesprimibile col linguaggio sarebbe sicuramente la disciplina che darà le risposte.
Ma il sistema uomo ha creato un fitto intreccio di COSE celate dal linguaggio che è assolutamente impossibile distruggere con il Non linguaggio.
Il Messia avrebbe dovuto portarci l'Arte e non l'amore, o non era un Messia o si è sbagliato, o non abbiamo capito che cosa ci ha rappresentato.
Poichè infine il problema è la nostra pochezza.